Manca solo un mese all’uscita statunitense di Isle of Dogs: conosciamo meglio il regista Wes Anderson
Partiamo innanzitutto col dire che non sarò assolutamente imparziale, in quanto Wes Anderson è in assoluto uno dei miei registi preferiti. Questo articolo, quindi, esalterà completamente le doti e i film del regista texano; se anche tu che stai leggendo ami personaggi fuori dal comune, colori pastello e simmetrie perfette, allora puoi continuare a leggere.
Chi è Wes Anderson?
Il nostro Wes nasce a Houston il 1° maggio del 1969 e ha una vita normale e tranquilla finché non si iscrive all’università dove incontra colui che sarà suo amico, co-sceneggiatore e attore feticcio: Owen Wilson (e i suoi fratelli Luke e Andrew, i quali occuperanno a loro volta ruoli importanti nella vita professionale di Anderson).
Inizia come regista di cortometraggi, passa poi ai lungometraggi (anche in stop motion) e alle pubblicità. Riesce anche ad essere richiesto come designer per il bellissimo Bar Luce della Fondazione Prada, a Milano.
È stato candidato 6 volte ai Premi Oscar, sia in veste di sceneggiatore che di regista, mentre per Grand Budapest Hotel ha vinto un Golden Globe, un British Academy Film Award, un David di Donatello e un Orso d’argento.
Bottle Rocket (1995): un esordio da dilettanti
Bottle Rocket è il primo cortometraggio di Anderson, e quindi la sua prima prova registica. Vediamo un Wes non ancora sicuro sulla strada e soprattutto le tecniche da intraprendere: il film è infatti molto diverso, per costruzione delle scene, fotografia e scenografia, da quelli che lo seguiranno. Ciò non impedisce a Anderson (e ai tre fratelli Wilson) di farsi notare dal produttore James L. Brooks, che li aiuterà a presentare il film al Sundance Film Festival e a raccogliere i fondi necessari per trasformarlo in un lungometraggio (uscito in Italia nel 1996 col titolo Un colpo da dilettanti).
Rushmore (1998) e la collaborazione con Bill Murray
Con Rushmore lo stile “andersoniano” inizia a delinearsi: pur essendo ancora lontani dalle palette pastello, le inquadrature sono più simmetriche e la storia bizzarra. Vediamo infatti il protagonista Max e altri due personaggi instaurare vicendevolmente strani rapporti che si realizzano in “attentati” altrettanto singolari.
Uno di questi personaggi è interpretato da Bill Murray, che da questa pellicola in poi sarà presente, in misura più o meno ponderante, in tutti i film di Anderson.
I Tenenbaum (2001)
Ok, qui per me sarà ancora più difficile essere imparziale: stiamo parlando del mio film preferito in assoluto (tanto da portarlo come tesina alla maturità). È il primo film di Anderson in cui finalmente esplode il suo stile caratteristico: trama tragicomica sorretta dalla brillante sceneggiatura a quattro mani di Wes e Owen Wilson (che qui interpreta Eli Cash). I personaggi che popolano questo universo sono caratterizzati al meglio in ogni loro sfaccettatura e contraddizione, così da renderli unici.
La colonna sonora vede artisti del calibro di The Rolling Stones, The Beatles e The Velvet Underground, solo per citarne alcuni. Menzione d’onore per il cast stellare, che ha come protagonisti, tra gli altri, Anjelica Houston, Denny Glover e Gene Hackman (e ovviamente l’immancabile Bill Murray).
Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2004)
Finalmente Bill Murray nel ruolo di protagonista: è infatti l’egocentrico oceanografo e documentarista Steve Zissou, impegnato nelle più svariate ricerche in mare aperto a bordo della sua nave, la Belafonte (che è stata costruita tipo “casa delle bambole” per mostrarne i bizzarri interni).
La formula di questo film è identica al precedente, ormai ben collaudata e che rende tutti i film di Wes Anderson vincenti. Abbiamo un cast stellare con attori feticcio, uno stile unico e riconoscibile e una sceneggiatura brillante che rende una trama surreale credibilissima.
Il film si svolge prevalentemente in mezzo al mare, ma forse non tutti sanno che la location non è l’oceano bensì il Mar Mediterraneo.
La figura di Steve Zissou, inoltre, è un omaggio-parodia all’oceanografo Jacques Cousteau, e il berretto rosso che indossa Murray ne è il richiamo più evidente.
Hotel Chevalier e Il treno per il Darjeeling (2007)
Non ho scelto casualmente di riservare alle due opere la stessa sezione: Hotel Chevalier è infatti un cortometraggio prequel di Il treno per il Darjeeling (in entrambi troviamo infatti Jason Schwartzman). Sono stati presentati insieme al 64° Festival del Cinema di Venezia, l’uno come cortometraggio-prequel e l’altro come film in concorso.
In entrambe le opere Schwartzman interpreta Jack Whitman: nel corto si ritrova in una camera dell’Hotel Chevalier con la sua ex fidanzata (interpretata da Natalie Portman), con la quale passa un’ultima notte d’amore; in Il treno per il Darjeeling si ritrova ad intraprendere un viaggio in India insieme ai fratelli Francis (Owen Wilson) e Peter (Adrien Brody), con il fine di ritrovare se stessi ed il proprio rapporto.
Fantastic Mr. Fox (2009)
Fantastic Mr. Fox è il primo film d’animazione di Wes Anderson, girato con la tecnica dello stop motion e nominato agli Oscar come Miglior film d’animazione (stessa nomination ricevuta ai Golden Globes) e Miglior colonna sonora. Alla base della storia c’è la sopravvivenza di Mr. Fox che si dedica ai furti di pollame per garantire la sopravvivenza della famiglia, composta dalla moglie Felicity e dal figlio Ash.
È tratto dal romanzo di Roald Dahl Furbo, il signor volpe e non perde assolutamente le costanti tecniche a cui ormai Anderson ci ha abituati. Il cast, inoltre, è ugualmente impeccabile: prestano le voci ai personaggi, oltre ai già visti Murray, Wilson, Defoe e Schwartzman, George Clooney e Meryl Streep (rispettivamente Mr. Fox e consorte).
Moonrise Kingdom (2012)
Wes Anderson è una delle forze nascenti del cinema americano, un regista dal forte tocco personale, soprattutto in Moonrise Kingdom che dimostra ancora una volta la sua libertà creativa in continua evoluzione. Sensibile e indipendente, questo ammiratore di Fellini e Renoir è anche un regista brillante e geniale.
Con questa frase Thierry Fremaux, delegato generale del Festival di Cannes, ha spiegato perché Moonrise Kingdom fosse stato scelto come primo film da presentare al festival. Per Wes Anderson si tratta della prima volta in cui un suo film viene presentato a Cannes.
Moonrise Kingdom presenta, in italiano, il sottotitolo Una fuga d’amore, in quanto proprio di questo si tratta: i dodicenni Sam e Suzy, dopo una fitta corrispondenza, scappano di casa per stare insieme. Nonostante i piccoli protagonisti, in molti paesi il film è stato vietato ai minori di 10 e 12 anni.
Per la promozione è stata utilizzata una formula simile a quella di Hotel Chevalier e Il treno per il Darjeeling. A giugno del 2012 fu infatti diffuso un cortometraggio animato in cui prendono vita gli spezzoni dei libri che Suzy legge nel film.
Grand Budapest Hotel (2014)
Vincitore di 4 premi Oscar (tra cui quello per i Migliori costumi alla nostrana Milena Canonero), 1 Golden Globe e 5 BAFA: con Grand Budapest Hotel Wes Anderson entra di diritto nel firmamento dei migliori registi in circolazione. Il film è stato scelto per aprire la 64° edizione della Berlinale, in cui si è aggiudicato il Gran premio della giuria.
Il film è narrato attraverso una serie di flashback iniziali. Scopriamo che lo scrittore (Jude Law) del romanzo Grand Budapest Hotel è venuto a conoscenza della storia dell’albergo tramite i racconti del proprietario Zero Moustafa. Con un ultimo flashback siamo catapultati nel 1932 e vediamo Zero nella posizione di facchino del concierge Monsieur Gustave H. (Ralph Fiennes). I due si macchiano di un furto e sono così costretti a scappare, inseguiti dal sicario Jopling (Willem Defoe) ma aiutati da Agatha, una giovane pasticceria amata da Zero, e da altri albergatori.
Isle of Dogs (2018)
Dopo questo excursus nella filmografia di Wes Anderson, eccoci finalmente arrivati al film che tra un mese esatto sarà proiettato nelle sale americane.
Isle of Dogs è il secondo film d’animazione in stop motion del regista texano; prima ancora di iniziare la promozione, erano stati resi noti i doppiatori (tra cui Bryan Cranston) tramite la diffusione della locandina ufficiale. La promozione è invece stata fatta in buona parte sui social network, soprattuto Instagram. Infatti è stato creato un profilo, ufficiale e verificato, in cui sono stati “presentati” i personaggi, con le loro caratteristiche e peculiarità.
Anche quest’opera ha aperto la 68° edizione della Berlinale ed in più è stata candidata all’Orso d’oro. Anderson ha dichiarato che, nella sua realizzazione, è stato influenzato da Akira Kurosawa e dagli speciali televisivi natalizi.
È il 2037 e tutti i cani del Giappone sono stati messi in quarantena su un’isola in seguito all'”influenza canina”; cinque di loro incontrano Atari, un ragazzino giunto sull’isola per ritrovare il proprio cane. I cinque animali e il ragazzino si aiuteranno a vicenda per sfuggire dalle autorità giapponesi.
Cosa dobbiamo quindi aspettarci dal nuovo film di questo regista che ha fatto di simmetrie, trame brillanti, personaggi efficaci e colori pastello il proprio marchio di fabbrica? Personalmente nutro ottime speranze, in quanto la sua formula ormai collaudata e vincente è apprezzatissima da pubblico e critica.