
Un giorno di pioggia a New York
Regista
Woody Allen
Genere
Commedia
cast
Timothée Chalamet, Elle Fanning, Liev Schreiber
sceneggiatore
Woody Allen
produttore
Erika Aronson
durata
92 min.
Offerte
Data di uscita
28 novembre 2019
Un giorno di pioggia a New York
Dopo l’acclamato La ruota delle meraviglie – Wonder Wheel, Allen torna sul grande schermo con “Un giorno di pioggia a New York” una commedia più classica, nella quale la metropoli fa sicuramente da protagonista. Due giovani studenti del college, Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning), decidono di passare il weekend nella città d’origine di lui, dove lei, aspirante giornalista, avrà l’occasione di intervistare il famoso regista Roland Pollard (Liev Schreiber), per poi seguire il fidanzato in un romantico tour dei luoghi della sua infanzia. Quella che doveva essere una breve intervista si trasforma in un susseguirsi di incontri ed avventure per la giovane Ashleigh, mentre anche Gatsby viene trascinato nei meandri di una New York imprevedibile.
New York: la metropoli personaggio
Non è certo il primo film in cui Woody Allen mette in scena il suo amore per New York. Ancora una volta la città in cui è nato l’autore appare in tutta la sua follia, bellezza ed imprevedibilità. Come dirà Gatsby a sua madre: “La città ha preso il sopravvento”. Prende il sopravvento sulle intenzioni dei suoi personaggi, che più che agire di loro spontanea volontà sono guidati da eventi casuali e incontri fortuiti – a volte persino un po’ troppo – in una New York resa magica e surreale dalla fotografia del grande Vittorio Storaro. Ci muoviamo tra affascinanti piano bar, ville lussuose, stanze d’hotel, studios cinematografici e Central Park. Appare sin da subito evidente come la città non sia un puro ambiente, ma un vero e proprio personaggio, complesso e sfaccettato, molto più dei personaggi che la abitano.
Personaggi femminili superficiali?
Ashleigh, la nostra protagonista femminile, è una giovane giornalista in erba, solare, forse un po’ ingenua, ma schietta e sincera. A differenza del fidanzato Gatsby, che pare essere a tratti la rappresentazione di un giovane Allen, ci viene però presentata a tratti come una macchietta; appare come la classica ingenua ragazza di provincia, un po’ frivola, che alla sua prima intervista sbaglia i nomi dei grandi registi che dice di amare. E’ proprio la sua spontaneità che suscita però il fascino di ben tre uomini dello spettacolo, più grandi di lei, affascinati dalla sua purezza giovanile. Iniziano così le sue peripezie newyorkesi, prima come musa di Pollard, poi come compagna di peripezie dello sceneggiatore Davidoff, infine come suddetta nuova fiamma dell’attore del momento.
La sua avventura nella città non convince però sino in fondo: più che agire nella storia è agita dalle decisioni delle controparti maschili. Complice una scrittura del personaggio piuttosto superficiale, non riesce ad essere una protagonista con cui empatizzare fino in fondo. Lo stesso traspare dal personaggio di Chan (Selena Gomez), più sfaccettata è invece la madre di Gatsby (Cherry Jones).
Una “classica” commedia romantica
Stupisce un po’ vedere un film come questo, dopo che Allen ha regalato al suo pubblico titolo come Blue Jasmine o Wonder Wheel. La commedia irriverente, che sfocia spesso nel drammatico senza però mai perdere la propria ironia, qui va a perdersi in favore di una commedia romantica più classica. Questo non avviene solo nella messa in scena di una New York romantica e magica, ma anche nel contenere quell’evidente riflessione dell’autore sui propri personaggi caratteristica dei titoli precedenti.
Commento finale:
Un giorno di pioggia a New York è una classica commedia romantica, sicuramente godibile ma con la pecca di una scrittura dei personaggi piuttosto superficiale, e che non aggiunge nulla a ciò che Allen non abbia già reiterato nei suoi titoli precedenti.
Recensione di: Marta Lorenzon.

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Nove film che vi strapperanno il cuore
Pro
- Un'ottima fotografia ad opera di Vittorio Storaro
- Tutto sommato una commedia romantica godibile, anche per il grande pubblico
contro
- Superficialità nel delineare i suoi personaggi femminili
- Un'auto referenzialità che non porta nulla di nuovo