
Red Sparrow
Regista
Francis Lawrence
Genere
Azione
cast
Jennifer Lawrence, Joel Edgerton Jeremy Irons, Matthias Schoenaerts
sceneggiatore
Justin Haythe
produttore
Chernin Entertainment
durata
140 min.
Offerte
Data di uscita
1 marzo 2018
Red Sparrow. Jennifer Lawrence spia sovietica.
“Red Sparrow” film del 2018 di genere spionistico/thriller ambientato in Russia e nell’Europa dell’est all’incirca ai giorni nostri. Diretto da Francis Lawrence (“Io sono leggenda”, “Hunger Games: la ragazza di fuoco” e “Hunger Games: il canto della rivolta parte 1 e 2”) e tratto dal romanzo: “Nome in codice: Diva” dell’ex spia della C.I.A. Jason Matthew.
Una bomba?
Dominika Egorova (Jennifer Lawrence) è una giovane ragazza russa che accudisce la propria madre malata ed è anche la prima ballerina del Bolshoi, un famoso e rinomato teatro di Mosca. Dominika, purtroppo, durante lo spettacolo si rompe una gamba ed è lì che dovrà dire addio alla sua carriera da ballerina. La ragazza entra così in un limbo fatto di rimpianti e precarietà economiche che minano la sua vita e quella della povera madre.
Un giorno Vanya Egorov (Matthias Schoenaerts), vicedirettore del S.V.R. (servizi segreti russi) e zio di Dominika le offre l’opportunità di cambiare vita sottoponendola al duro addestramento della scuola statale 4 che trasforma giovani ragazzi/e in Sparrow, ovvero spietati agenti governativi che fanno del proprio corpo e della propria sensualità uno strumento per storcere informazioni importantissime, in cambio di quei sussidi economici che permetterebbero a sua madre di continuare la propria vita in maniera dignitosa. Ha inizio così una nuova vita per Dominika che imparerà a essere fredda e spietata, ma le cose cambieranno quando entrerà in gioco Nate Nash (Joel Edgerton), agente statunitense della C.I.A., in missione segreta a Budapest.
Paura e desiderio
“Fear and Desire” (Paura e Desiderio), non è solo un film del 1953 di Stanley Kubrick, ma anche il leitmotiv di questo film in quanto questi due sentimenti sono le uniche emozioni umane provate dai personaggi della pellicola.
Paura: Francis Lawrence non si pone troppi problemi nel mettere in scena personaggi cinici, violenti e opportunisti mostrandoci quella violenza dura e pura che in un thriller che si rispetti non può mancare, basti pensare alle scene girate nella scuola d’addestramento degli Sparrow in cui la dignità umana viene calpestata con duri insegnamenti quali l’umiliazione e la prevaricazione, gli “studenti” della scuola vengono trasformati in vere e proprie macchine al servizio di un Paese paranoico che non si fa troppi scrupoli nell’epurare ciò che viene considerato superfluo e pericoloso.
Anche le scene di tortura non sono da meno, il regista ci mostra gli aspetti più crudi di quelle realtà senza mai spostare la telecamera dalle scene cruente, una scelta coraggiosa, una metafora su quello che è disposto a fare il genere umano pur di arrivare agli obiettivi prefissati.
Desiderio: l’altro sentimento che aleggia sulla pellicola è appunto il desiderio. Le Sparrow vengono indottrinate a usare il proprio corpo e la propria sensualità come armi per ottenere informazioni, a loro viene insegnato il modo più efficace per instillare nella preda il desiderio sessuale/di perversione e usarlo a loro vantaggio per estorcere quelle informazioni considerate vitali per la sopravvivenza della Madre Patria.
Il regista, che già precedentemente aveva lavorato con Jennifer Lawrence, riesce a esaltare al massimo la sensualità di quest’ultima con un crescendo sempre maggiore, infatti, abbiamo all’inizio del film una Dominika semplice e ingenua ma che dopo le esperienze e gli insegnamenti subiti cambia, diventando più fredda e smaliziata, in grado di strumentalizzare al massimo il proprio corpo. Qui si viene a toccare una delle tematiche più recenti e scottanti che hanno travolto in pieno il sistema cinematografico di Hollywood, davvero ben fatto!
Una panoramica
Tra gli aspetti che colpiscono maggiormente del film c’è sicuramente la regia adottata da Francis Lawrence, una regia pulita e ordinata, in perfetta armonia con lo stile e i toni del film. La fotografia di Jo Willems punta decisamente all’esaltazione dei colori freddi andando così a valorizzare al massimo quei toni cupi e di distacco che si percepiscono durante la visione della pellicola, merito anche del lavoro svolto sulle scenografie, asettiche e alienanti. La scrittura dei personaggi, soprattutto Vanya e Dominika, zio e nipote, due facce della stessa medaglia, così simili e diversi allo stesso tempo, un rapporto che crescerà sempre di più fino a raggiungere livelli di tensione veramente palpabili e un finale a sorpresa davvero incredibile.
La recitazione di alcuni personaggi è ottima, basti pensare alla stessa Dominika, interpretata da Jennifer Lawrence, che riesce a trasmettere la propria sofferenza e il proprio cambiamento, lo zio Vanya, interpretato da Matthias Schoenaerts, cinico e freddo anche nei confronti della nipote, la dura direttrice della scuola statale 4, interpretata da Charlotte Rampling, donna tutta d’un pezzo e il generale russo Vladimir korchnoi ,interpretato da un grandissimo Jeremy Irons.
Questioni di ritmo
Il film, purtroppo, presenta anche dei difetti che sono piuttosto gravi ovvero: sceneggiatura, ritmo narrativo e una rappresentazione troppo bonaria dei servizi segreti americani. La sceneggiatura si basa sul soggetto del libro di Jason Matthews ed è piuttosto chiara e semplice dall’inizio del film: storia ad incrocio di due personaggi e fin lì tutto nella norma, il problema si ha nella parte centrale del film in cui entrano in gioco dei fattori che vanno ad appesantire la narrazione facendola diventare caotica e a tratti noiosa dove, in teoria, non era necessario, per poi tornare più chiara nell’ultima mezz’ora di film, vi è proprio un problema nella gestione dei tempi e del ritmo narrativo.
Come accennato poc’anzi l’altro grande difetto è la rappresentazione troppo bonaria della C.I.A. che stona tantissimo con la rappresentazione cinica, violenta e più realistica dei servizi segreti russi.
Commento finale:
“Red Sparrow” rappresenta una vittoria mutilata. Aveva tutte le potenzialità per diventare un grandissimo film, ma paga la cattiva gestione dei tempi, del ritmo narrativo e della sceneggiatura che si appesantisce nella parte centrale del film e che gli fa perdere quella tensione che in un thriller è fondamentale. Per fortuna c’è una regia, un lavoro di atmosfere, ambientazioni e la scrittura/interpretazione di alcuni personaggi che riescono a fare da contrappeso a queste mancanze.
Recensione di: Giuseppe Fazio.

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Pro
- Buona rappresentazione della violenza e dell’erotismo.
- Tematiche affrontate attuali (sesso, scandali e potere): quanto cinismo!
- Performance di alcuni attori.
- Efficace colpo di scena finale.
- Regia, fotografia, scenografia e atmosfere cupe e fredde.
contro
- Cattiva gestione dei tempi e del ritmo narrativo.
- Sceneggiatura che si appesantisce nella parte centrale del film.
- Rappresentazione troppo bonaria e ingenua dei servizi segreti americani.